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Poker e strategie: come giocare una coppia di 7

1. Una questione di tempismo

Giocare con una coppia prima del flop può decidere, molto spesso, le sorti di un torneo. Difatti, sono molti i giocatori “sconsiderati”, i quali presi dall’euforia, molto spesso, vanno all’avventura effettuando rilanci assurdi che di strategico hanno poco e niente. Innanzitutto, il punto fondamentale della questione risiede nella coppia che abbiamo in mano, ed è la coppia di 7, in questo contesto, quella da ritenere più “pericolosa” (in un certo senso), poiché non è né alta, né bassa. La domanda, dunque, è: come giocarsi una coppia di 7? È tutta una questione di tempismo. La nostra strategia, infatti, potrebbe cambiare in relazione al momento di gioco in cui la coppia arriva nella nostra mano prima del flop.

2. Le fasi iniziali del gioco

Le fasi iniziali del gioco sono, molto spesso, quelle più cruciali. Infatti, giocare con una coppia di 7 non è, al contrario di quel che si crede, molto semplice. Naturalmente, un nostro vantaggio sarebbe quello di conoscere i nostri avversari, ma in mancanza di questo possiamo sempre basarci sulla nostra posizione al tavolo durante la mano, la quale può rivelarsi molto vantaggiosa. Dal posto di dealer, infatti, potremmo aspettare che tutti, prima del flop, effettuino la loro puntata prima di decidere cosa fare. In questo caso, le possibili azioni da compiere sono due: fare un gioco chiuso, sperando nel tris (e dunque in un altro sette durante il flop), oppure rilanciare nella speranza di portarci via la maggior parte dei bui. Considerate, tuttavia, che molto spesso un avversario con una buona mano potrà venire a vedere il vostro rilancio e, a questo punto, la vostra scelta sarà decisiva. Sono altissime, infatti, le probabilità che nel flop ci sia una carta più alta del sette e, dunque, il vostro punto non sarà più forte come prima. Cosa fare in questi casi? Una possibile scelta è quella di continuare a rilanciare in modo da far pensare al vostro avversario di avere un ottimo punto in mano (quindi bluffare), oppure aspettare prima la sua mossa e, nel caso di un rilancio, lasciare la mano.

3. Il rischio

Il rischio, sopratutto nel bluff, c’è eccome. A volte non vale la pena rischiare, in alcuni casi invece conviene. Essere chipleader, infatti, potrà consentirvi di andare all-in senza il rischio di uscire dal gioco, ma si tratta pur sempre di un’azione che non va compiuta senza un adeguato motivo. Nelle fasi intermedie del gioco, sono sempre maggiori le possibilità che il fold sia l’azione più saggia da fare, anche con una coppia di 7, ma i bui inizieranno a farsi sempre più alti e, di conseguenza, essere chipleader vi potrà consentire di incutere un certo timore negli avversari, in modo da portar via il piatto e aumentare sempre più il proprio stack. Ad ogni modo, saranno più le volte in cui non sarete chipleader e quindi il rischio sarà all’ordine del giorno.

4. Quando il buio è troppo alto

Siamo riusciti ad arrivare nelle fasi finali del torneo, e il buio è diventato troppo alto, ecco che ci arriva la coppia di 7, come comportarci? In questi casi, non possiamo girarci molto intorno, infatti molto spesso l’azione più logica sta nell’all-in. Rubare il buio, in questi casi, è considerato strategico e, molto spesso, con un all-in prima del flop ci riusciremo ma, anche se il nostro avversario verrà a vedere, ci sono buone probabilità di vittoria, considerando che in questa fase finale si tende molto spesso ad andare all-in. Ad ogni modo, si tratta pur sempre di un’azione ben congegnata, l’importante è non andare fuori di testa, altrimenti gli squali ai tavoli non ci metteranno molto a portarvi via tutto.

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